PREMIO SPECIALE FIRENZE LIBRO APERTO

RAI Tg3 Toscana:

Venerdi 07 Aprile 2017 nella Sala del Gonfalone della Regione Toscana (Italia) è stato conferito il Premio Speciale "Firenze Libro Aperto" all’autore François DJE.

L'autore dedica il premio a tutti coloro che almeno una volta nella loro vita sono emigrati.  

  

François DJE

francoisdje.jimdo.com


 L’ AFRICA NON DIMENTICA

Gheri Guido, legendario speaker radiofonico ad aver svelato "Io e Firenze" alla cittadinanza. Grazie infinite a Radio Studio 54


 François Dje, autore del romanzo: "IO E FIRENZE..."

 

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 People

“Io e Firenze”, ecco l’integrazione possibile di François Dje

 

By Samantha Ascolese -  20/12/2016

 

In attesa della manifestazione che vede protagoniste in una sfilata di moda ragazze Ivoriane e Italiane, grazie all’Associazione HAMEF, per una presentazione di costumi prettamente etnici, mi concede gentilmente un’intervista lo scrittore, originario dell’Africa: François Dje, autore del romanzo: “ IO E FIRENZE ”. La sua storia di integrazione in una città ospitale come Firenze, composta di sogni e successi raggiunti, è in continua evoluzione, esempio per tutti coloro che vivono il fenomeno dell’immigrazione, come una sfida per contrastare e sconfiggere ogni avversità. La presidente dell’associazione, Fatou Diako Capuano, è una donna molto sensibile e affabile, nata in Costa d’Avorio, che si batte per la tutela dei diritti degli immigrati e l’integrazione tra le culture. Ama la sua famiglia e Napoli. Lo scrittore, di colore, simpatico e cordiale, occupa oggi un ruolo importante come tecnico pubblicitario nella sua amata Firenze, oltre ad essere impegnato in attività sociali  e culturali. E’ appassionato di musica di arte.

 

François, come contrastare alcune forme di razzismo in un Paese in cui si arriva per cercare delle buone opportunità?

 

Non le considero “razzismo” quando si tratta di episodi estremi, ma pura ignoranza, miseria intellettuale, qui in Italia come in altri luoghi. L’immigrato deve mostrare rispetto per il Paese che lo ospita, cercare di non violare le leggi, imparare la lingua e cercare un lavoro.  Deve integrarsi nella società usando la buona educazione.

 

Perché leggere il tuo romanzo?

 

Io amo scrivere, prima scrivevo canzoni… è uno spirito felice che mi accompagna, in questo! È la mia storia, il mio ringraziamento ad una città così aperta all’integrazione sociale. Firenze ha avuto il primo verificatore “di colore” di titoli di viaggio sugli autobus: François Dje! Descrivo nel mio romanzo le possibilità che mi ha dato questa città, di poter esprimere le mie emozioni e dimostrare le mie qualità e competenze. Riporto gli usi e i costumi dell’Africa e dei Fiorentini. Sono fiero di aver lavorato a questo romanzo in cui cerco di trasmettere fiducia a chi affronta le barriere dell’immigrazione, e dove culture diverse risaltano unite dalla loro bellezza, proprio come nella manifestazione che questa sera si svolgerà per accogliere anche me, come simbolo di questi valori appartenenti a tutti i paesi del mondo.

 

Una qualità del tuo Paese d’origine e una di Firenze?

 

Dalla Costa d’Avorio mi porto sempre la  voglia di cantare e ballare anche nei momenti di sconforto e di Firenze il culto per il bello!

 

La fede accompagna nelle imprese della vita?

 

Sì! Nel mio cammino spesso ho incontrato la fede, fondamentale per me, essendo cristiano-cattolico. Mi sono offerto per tre anni come chierichetto in adolescenza e mi ripeto sempre la stessa frase, da tempo: “ Non si ricomincia la propria vita, ma la si continua con ciò che Dio dà ”.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

 

Penso a questo romanzo come ad un film! Il film della mia vita! Mi impegnerò a trovare consensi cinematografici… questo potrebbe essere il futuro di “Io e Firenze”. Inoltre, sono pronto per gli eventi prossimi in Francia, visto che la mia opera sarà tradotta in lingua francese.

 

François alla fine sorride e anche io mi sento soddisfatta, ci scambiamo i nostri romanzi come regalo e gli auguri anticipati di un Buon Natale. Comincia la manifestazione, bellissime ragazze italiane e di colore sfilano assieme costumi di stilisti del nostro paese e dell’Africa. Tutto è un misto di colori in un unico spirito di solidarietà.

http://www.piueconomia.com/2016/12/20/io-e-firenze-ecco-lintegrazione-possibile-di-francois-dje/



Intervista di François DJE su La Voce di New York

François Dje, verificatore a Firenze - 05 Gen. 2014

 

Incontro con un immigrato africano che è riuscito ad integrarsi in Italia: gli italiani sono razzisti? "Non credo si tratti di razzismo, ma di ignoranza. Si tratta di questo alla fine, miseria culturale... Credo che chi decide di vivere in un paese straniero debba per prima cosa non violare le leggi, poi imparare la lingua e quando si trova un lavoro, rispettarlo, sempre"

François Dje ha 36 anni, è arrivato in Italia dalla Costa d'Avorio e ha finalmente trovato un lavoro, dopo anni di precariato e sofferenze. François è il primo controllore di colore assunto a Firenze dalla compagnia Ataf, la compagnia di bus.

Lui racconta che all'inizio, chi se lo trovava di fronte con il suo tesserino identificativo a chiedere il biglietto per la verifica del titolo di viaggio, restava un secondo interdetto. Quasi stupito che un "immigrato" potesse avere il diritto di verificare se il passeggero avesse pagato regolarmente il ticket. Adesso in molti lo riconoscono e lo salutano con rispetto, anche perché è lui il primo a portarlo. "Non voglio parlare di razzismo, ma di ignoranza. Molta gente è ignorante, pensa ancora che il colore della pelle faccia la differenza, ma io la prendo con filosofia". E aggiunge: "Vedi, in Usa non hanno questo problema e neppure in Francia. In molti altri Paesi è ancora così»

Francois è davvero un ragazzo molto gentile, arrivano addirittura a fargli i complimenti: "Una signora tempo fà mi disse che gli piacevo molto per come mi ponevo alle persone. Sono anche questi gli italiani, non solo quelli che ti guardano male o fanno battute poco carine". Lui ormai si sente italiano. Ha la cittadinanza dal 2006, ma è a Firenze da molto prima. Si è anche iscritto ad un partito politico, il PD, e adora Matteo Renzi, come lui dice "il mio grande amico"!

E' nato in Costa d'Avorio e fino a 28 anni ha vissuto e lavorato lì. Gli chiedo la sua storia, gli chiedo cosa ha provato il primo momento in cui ha messo piede nel nostro Paese, a quei tempi già metà di sbarchi di chi scappava dalla propria terra in cerca di fortuna : "Ho baciato il suolo di Firenze una sera del 22 dicembre 2002, come prima cosa sono rimasto sorpreso, da ivoriano 'disperato', dall'assenza della tramvia, ovvero della metropolitana. Abidjan, la capitale economica della Costa d'Avorio, da dove arrivavo, è una grande città cosmopolita con i grandi building e infrastrutture.Mi sono trovato in una città piena di Arte ma senza modernità. Ma adesso la tranvia c'è. Anche se limitata nel percorso. Credo che dovrebbe diventare più capillare ma la città non lo permette".

Gli chiedo le sue impressioni una volta messo piede in Italia e se avesse avuto le stesse difficoltà 67di molti altri emigranti: "Io non sono venuto qui, in Italia, per fatalità geografica ma per scelta" mi dice. "Sono venuto qui per poter studiare le nuove tecnologie nel campo della tipografia e della stampa digitale in modo da approfondire le mie conoscenze in materia. La mia intenzione era quella di integrarmi e partecipare alla vita sociale, politica e culturale dell'Italia. Acquisire un bagaglio intellettuale e culturale 'made in Italy', perchè voi siete il fiore all'occhiello per tutti! Poi avrei voluto tornare nel mio paese di origine con maggiori conoscenze".

Quindi cosa è successo di così importante da farti rimanere a Firenze? "Intanto avevo, ed ho tuttora, mia sorella. Un buon punto di appoggio. Poi, purtroppo, nel frattempo a casa mia era scoppiata la guerra civile, i clienti mi abbandonarono e fui costretto a chiudere l'azienda. Quindi non mi rimaneva che rimanere a Firenze, imparare bene la lingua per cercare lavoro. All'inizio, come molti, mi sono arrangiato distribuendo volantini e nel frattempo studiavo come consulente pubblicitario. Iniziai a lavorare per diverse aziende e mi occupavo di vendite. Ad inizio 2009 entrai in mobilità e ad ottobre venni chiamato dall'Ataf per un colloquio".

François venne assunto, assieme ad altre 40 persone iscritte nelle liste dell'ufficio di collocamento. "Sono orgoglioso" dice in tono quasi solenne "di essere il primo nero-afro assunto da un'azienda di trasporto pubblico a Firenze. Il lavoro mi piace, sono a contatto con la gente!".

La sua storia è diversa da tanti ragazzi che come lui vivono a Firenze, ma che sono clandestini. "C'è un grosso problema adesso riguardo questo problema, la clandestinità e l'immigrazione" dice Francois. "Vedo cose allucinanti che definirei atti criminali!! Mi chiedo come mai i nostri mezzi navali vanno a prendere questi uomini chiamati clandestini a 70 miglia nautiche dalle nostre coste quando il porto della Libia è a circa 80 miglia? Non è molto chiaro tutto ciò, sotto sotto c'è qualcosa! Molti soldi girano per questo. Riflettiamo! Gli immigranti arrivano in occidente per cercare una vita migliore. Molti arrivano clandestinamente con la barca e purtroppo muoiono in mare. Per fermare questa tragedia i governi occidentali devono stabilire una politica di immigrazione intelligente".

In questi giorni è di nuovo alla ribalta, in senso negativo, Lampedusa, il luogo degli sbarchi, la terra della speranza, cosa pensi dell'accaduto e del video che viene ospitato nei media? "Il filmato sul centro di Lampedusa è inaccettabile. Credo che il nostro governo debba agire pesantemente per ripristinare un'immagine diversa dell'Italia, dove la democrazia deve venire rispettata e dove i diritti di ogni essere umano a prescindere dalle sue origini, devono essere tutelati".

Secondo te, gli chiedo, gli italiani sono razzisti? "Gli italiani non sono razzisti, non credo si tratti di razzismo quando si verificano episodi estremi, ma di ignoranza. Mi fa pena sapere che alcuni cittadini italiani, da sempre vivono nella miseria intellettuale e culturale. Perche si tratta di questo alla fine, miseria culturale". E aggiunge, inoltre, che l'immigrato deve prestare rispetto al paese che lo ospita: "Vedo tanti ragazzi di colore che vivono nell'illegalità, che fanno i venditori abusivi. Io credo che chi decide di vivere in un paese straniero debba per prima cosa non violare le leggi, poi imparare la lingua e quando si trova un lavoro, rispettarlo, sempre. Gli stranieri devono entrare con educazione".

François ha indosso la sua divisa che mostra orgoglioso e il suo distintivo tirato a lucido. "Sai - mi dice- stò scrivendo la mia biografia, vorrei scrivere anche un libro su Matteo Renzi. Lo seguo da tempo e nel 2009 ho avuto l'occasione di assistere per la prima volta alla sua campagna elettorale laddove rimasi entusiasta dal suo discorso. Per me ha una grande umanità, cosa rara ai giorni nostri. Ho Apprezzato i suoi 100 progetti per la città di Firenze. La mia città adottiva, la città che mi ha offerto un lavoro e mi ha fatto incontrare molte persone". E aggiunge: "Continuerò sempre a sostenere le idee di Matteo Renzi anche se lui non ha preso molto in considerazione le mie tante idee per la 'nostra' città, Firenze, ma non importa. Spero che attraverso il mio lavoro in Ataf, come primo nero-afro controllore sugli autobus fiorentini nella storia, possa aver dato un immagine positiva di integrazione. Spero che la mia voce possa essere ascoltata perché l'integrazione con etnie diverse ormai deve essere priorità sociale".

Francois Djie è separato ed è padre di una figlia. E' impegnato in attività culturali e sociali a Firenze. E' Consigliere soci UNICOOP FIRENZE. Come ha tenuto a precisare è iscritto al Partito Democratico PD, ed è membro della FAT (Federazione Africana in Toscana) e dell'Unione Ivoriana in Toscana. Francois ha in mente un progetto importante, oltre al suo libro, la realizzazione di un comitato elettorale francese , in madrelingua francese, ma creato in italia a sostegno delle campagne elettorali di candidati italiani. "Spesso- dice- molti non comprendono la lingua e, quindi, non conoscono i loro programmi. Pur vivendo in italia non vanno a votare, è un peccato. Io stò pensando di farlo per mettermi al servizio anche della politica".

 

Antonella Gramigna

Giornalista scrittrice

Info: https://www.facebook.com/pages/Antonella-Gramigna-Press/106030796144832

 

 


demotix In Italy

In Italy, it’s still rare to find black people working inside public administrations, and so Mr. François DJE is the first in bus service of Florence. He was born in Ivory Coast, but has been living in Italy since 2002: every morning, after taking breakfast, he leaves home to reach Piazza Santa Maria Novella. In ATAF’s meeting point, he meets Italian colleagues and employers ; then he begins his work, travelling on the bus to check the tickets. In a video interview on RAI, some days ago, smiling he said: “Florentines, be careful; buy your ticket, because the black man is coming!”.


Ottobre 2010 - INFORMATORE giornale del Q.4

Ottobre 2010 – IN-FORMA Q4 Firenze

  Immigrazione

 Quando sul bus sale il controllore di colore…

 Un giovani ivoriano, cittadino del Q.4, racconta la sua storia assolutamente non convenzionale.

 

Forse a qualcuno è già capitato di incontrare su un autobus dell’Ataf un controllore di colore. L’effetto sorpresa è sicuramente garantito e, come è facile prevedere, non tutte le reazioni dei viaggiatori sono

improntate al ‘politicamente corretto’. Spesso traspare anche una certa insofferenza che potremmo sintetizzare nella fatidica frase: "con tutti i ragazzi a spasso che ci sono  c’era proprio bisogno di prenderne uno di colore?”. Ma noi abbiamo deciso di parlarne non  per fare del folklore a buon mercato ma piuttosto per raccontare una storia e attraverso questa, provare a capire qualcosa di più della realtà e della condizione dell’immigrato. E’ stato lo stesso François, venuto  a farci visita a Villa Vogel lo scorso 10 settembre, a ripercorrere il lungo itinerario che l’ha portato dell’Africa a quel bus. “Mi chiamo François DJE, ho 36 anni e sono originario della Costa d’Avorio, il paese primo produttore mondiale di  cacao. La mia formazione scolastica ha spaziato dagli studi classici e musicali al marketing-comunicazione e gestione d’impresa. Sono cristiano-cattolico romano e da adolescente ho fatto il chierichetto per 3 anni presso la Cattedrale Saint-André di Yopougon. Ho studiato il solfeggio al conservatorio fino al secondo anno del 1° ciclo accademico dell’Istituto Nazionale Superiore dell’Arte e dell’Azione Culturale di Abidjan. Ho poi seguito un breve corso di cinema  e partecipato ad un cortometraggio e a diverse rappresentazioni teatrali. Nel 1998 ho registrato un’opera discografica che non ha potuto essere messa sul mercato per mancanza di un produttore. Nello stesso anno, ho interrotto gli studi e sono entrato nel mondo di lavoro. Ho lavorato come addetto alla cassa e successivamente come agente commerciale e poi ho aperto una mia attività nel settore della tipografia-cartoleria di prestigio e di lusso. Grazie a questa attività sono entrato in contatto con aziende nazionali ed internazionali e con una vasta rete di persone; nel 2001, sono diventato anche co-animatore radiofonico della trasmissione “country show” a Radio Yopougon. Nel 2002 sono venuto in Europa per studiare le nuove tecnologie nel campo della stampa digitale e mi sono recato in Italia dove risiede mia sorella da diversi anni.

E qui il destino batte un colpo forte nella mia vita: il giorno del viaggio a Firenze concide infatti con l’inizio della guerra civile in Costa d’Avorio.Il perdurare del conflitto ha causato la perdita dei miei clienti quindi la cessazione definitiva dell’attività. Le scuole professionali pubbliche di Firenze  non mi accettavano perché avevo già 28 anni (troppo per frequentare un liceo o un istituto) ma non mi sono scoraggiato. Sono entrato nel mondo della pubblicità e ho lavorato in una dittà di distribuzione di materiale di propaganda. Nel frattempo ho incontrato una donna fiorentina e dopo un periodo di convivenza ci siamo sposati nel comune di Firenze. Nel 2006 sonno diventato cittadino italiano e così è giunto per me il momento di partecipare

attivamente alla vita sociale e politica della città. Nel 2007 ho ottenuto l’attestato di Tecnico Pubblicitario-Comunicatore d’impresa Consulente Pubblicitario e ho cominciato a collaborare a Radio Studio 54, curandone la raccolta pubblicitaria. Mi sono anche candidato per un posto all’interno del consiglio di una della 38 sezioni soci della Unicoop Firenze e il 5 aprile 2008 sono stato eletto consigliere socio nella sezione Firenze Sud-Ovest. Nel 2009 sono stato invitato dall’Assessorato allo sport del comune di Firenze a partecipare al workshop sugli Stati Generali dello Sport lavorando nella commissione “dimensione economica dello sport”. Qui ho sottoposto la mozione: ”per migliorare lo sport a Firenze non si dovrebbe fare nessuna distinzione tra sportivi italiani e sportivi stranieri”, che è stata approvata dalla commissione.Ora faccio il controllore dell’Ataf e per qualcuno è una bella sorpresa, per altri un po’ meno. E’ vero, c’è tanta gente ignorante ma io la prendo con filosofia”.

 

Info: densy2@yahoo.fr  - www.djeif.com


Intervista a François DJE sul quotidiano "IL FIRENZE"

Intervista di François DJE : giornale " il Firenze" del 28/01/2010

«Tanti ignoranti, ma io sorrido»
Integrazione. 36 anni, della Costa d'Avorio, è stato assunto per un anno: «Sono molto soddisfatto»

C'E' CHI GLI FA I COMPLIMENTI E CHI LO TRATTA MALE: «È come un disco rotto,non m'interessa»

 

■ Una storia come tante, di un uomo di 36 anni che trova un lavoro dopo averne cambiati tanti.  Anni scanditi da precariato, stage e contratti a tempo. Una storia diversa, però, perché François Dje è il primo
controllore di colore assunto dall'Ataf. Ed è logico, senza falsi moralismi, che chi se lo trova davanti, con il tesserino identificativo a chiedere il biglietto, resta un secondo interdetto.

«PER QUALCUNO è una bella sorpresa, per altri un po' meno sorride François - Non voglio parlare di razzismo, ma di ignoranza. E c'è tanta gente ignorante, ma io la prendo con filosofia». Un signore anziano una volta, durante un controllo su un autobus, iniziò a fare riflessioni offensive ad alta voce: «I nostri giovani sono a spasso e si dà lavoro agli stranieri». François stringe le spalle: «È come una musica già sentita tante volte, un disco rotto, sorrido e vado avanti». Ma ricorda soprattutto le belle sorprese: «Una signora, una volta, mi fece i complimenti per il mio lavoro, per come mi pongo alle persone. Sono questi gli italiani. Su 100 ne trovo 20 maleducati, non ci posso fare nulla». Lui si sente italiano, ormai. Si è anche iscritto ad un partito politico. Ha la cittadinanza dal 2006, ma è a  Firenze da otto anni. È nato in Costa d'Avorio e fino ai 28 anni ha vissuto e lavorato lì. Era un imprenditore, aveva una tipografia. Poi la voglia di imparare tecniche nuove, importare tecnologie innovative,e così  decise di partire per Firenze, dove c'era già sua sorella. Ma mentre era in viaggio scoppiò la guerra civile, i clienti lo abbandonarono e lui fu costretto a chiudere la sua azienda.  E si stabilì in città. Studiò italiano e iniziò a lavorare. Per un po' di tempo si è arrangiato distribuendo volantini e nel frattempo studiava come consulente pubblicitario. Ha iniziato a lavorare per diverse aziende, si occupava di vendite a distanza e ha fatto anche l'agente pubblicitario. Poi a inizio 2009 andò in mobilità e ad ottobre venne chiamato dall'Ataf per un colloquio. È rientrato in quelle  40 assunzioni fatte attingendo dalle liste dell'ufficio di collocamento. François lavorerà in Ataf fino a novembre 2010, poi si vedrà. Intanto è felice della piega che ha preso la sua vita.«Sono orgoglioso dice in tono quasi solenne di essere il primo nero-afro assunto da un'azienda di trasporto pubblico a Firenze. Il lavoro mi piace, si sta a contatto con la gente, un po' come facevo quando lavoravo nella pubblicità». CON I COLLEGHI si trova bene, dice, anche con il presidente Ataf Filippo Bonaccorsi. La sua storia è diversa da tanti ragazzi che come lui vivono a Firenze,
ma sono clandestini. «Vedo tanti ragazzi di colore in giro, tanti che vivono nell'illegalità, che fanno i venditori abusivi commenta il controllore "io credo che chi decide di vivere in un paese straniero debba per prima cosa non violare le leggi, poi imparare la lingua e quando si trova un lavoro, rispettarlo,  sempre. Gli stranieri devono entrare con educazione». È quasi l'ora di iniziare il turno, François indossa la sua divisa e mostra orgoglioso il suo distintivo tirato a lucido. «Sai sto scrivendo la mia biografia»,
confessa. Ma questa è un'altra storia. ■

E POLIS " FIRENZE " 28/01/2010